Il mendico




Mangiando il suo tozzo di pane e bevendo acqua un mendicante li trasforma con la fantasia in carne e vino e muta lo squallore del luogo in un mondo quasi fiabesco. La lirica allude alla necessità dei sogni per velare l'amarezza del mondo.

Presso il rudere un pezzente
cena tra le due fontane:
pane alterna egli col pane, (1)
volti gli occhi all'occidente.

Fa un incanto nella mente:
carne è fatto, ecco, l'un pane.
Tra il gracchiare delle rane
sciala il mago sapiente.

Sorge e beve alle due fonti:
chiara beve acqua nell'una,
ma nell'altra un dolce vino.

Giace (2) e guarda: sopra i monti
sparge il lume della luna;
getta l'arti al ciel turchino, (3)
baldacchino
di mirabile lavoro,
ch'ei trapunta a stelle d'oro.


1) Non ha altro da mangiare che pane.
2) Si sdraia sull'erba.
3) Fa un sortilegio al cielo che trasforma in un baldacchino trapunto di stelle.