Dopo l'acquazzone






Cessato il temporale, il paese sembra avere una nuova luce e la vita riprende operosa: anche il cimitero sembra meno cupo e doloroso. Il tema leopardiano della "Quiete dopo la tempesta" (l'unica felicità possibile è il momento di vitalità tra un dolore che finisce e un altro inevitabilmente successivo) è qui risolto nella meraviglia per la nuova bellezza della natura e in una vaga serenità, velata dalla consueta immagine del cimitero.


Passò strosciando (1) e sibilando il nero
nembo: or la chiesa squilla (2); il tetto, rosso
luccica; un fresco odor dal cimitero
viene, di bosso.

Presso la chiesa; mentre la sua voce (3)
tintinna, canta, a onde lunghe romba; (4)
ruzza uno stuolo, (5) ed alla grande croce
tornano a bomba. (6)

Un vel di pioggia vela l'orizzonte;
ma il cimitero, sotto il ciel sereno,
placido olezza: va da monte a monte
l'arcobaleno.


1) è lo strepito della pioggia che cade violenta.
2) Le campane della chiesa.
3) Quella delle campane.
4) Il susseguirsi delle sillabe che passano a suoni larghi e cupi
(-tin, -on, -lun, -rom) riproduce il suono delle campane.
5) Un gruppo di bambini gioca rincorrendosi.
6) I bambini cercando di tornare al punto di partenza, senza farsi prendere.