L'assiuolo








Dov'era la luna? ché il cielo
notava in un'alba di perla,(1)
ed ergersi il mandorlo e il melo
parevano a meglio vederla.

Venivamo soffi di lampi
da un nero di nubi laggiù;
veniva una voce dai campi:
chiù (2)

Le stelle luccicavano rare
tra mezzo alla nebbia di latte: (3)
sentivo il cullare del mare,
sentivo un fru fru (4) tra le fratte (5);
sentivo nel cuore un sussulto,
com'eco d'un grido che fu.(6)
Sonava lontano il singulto:
chiù...

Su tutte le lucide vette (7)
tremava un sospiro di vento:
squassavano le cavallette
finissimi sistri d'argento (8)
(tintinni a invisibili porte
che forse non s'aprono più?...)(9)
e c'era quel pianto di morte...
chiù...


1) La luna stava per mostrarsi, perchè nel cielo si diffondeva un lieve chiarore; "notava" sta per "nuotava" come appunto se il cielo fosse immerso nel chiarore lunare.
2) è il verso dell'assiolo, piccolo uccello rapace notturno, simile al gufo.
3) L'alone luminoso della luna.
4) Fruscio misterioso.
5) Cespugli.
6) Un ricordo di un dolore che sembrava placato e che risorge al richiamo delle voci notturne.
7) Le cime degli alberi illuminate dalla luna.
8) Le cavallette, scuotendo le ali, producevano un suono argentino come quello dei sistri (antico strumento musicale egiziano, proprio del culto di Iside, formato da piccole lamine metalliche che venivano percosse come una verga piegata a U).
9) Quelle della morte. Il culto a Iside prometteva la resurrezione dopo la morte.