Mio Papà Gabriele



è morto stamattina, verso le 6. Io avevo appena finito di scrivere i miei racconti.
Niente Poesia di Pascoli, per oggi. Mentre stavo aprendo il libro di Pascoli,
è arrivata la telefonata dell'ospedale.
Alle 7 e qualcosa ho visto il suo cadavere.
Lo sapevo che doveva morire, mi ero illusa che trascrivere le Poesie di Pascoli
fosse un modo di allungargli la vita.Sapevo che non avrei finito di leggere "Myricae".

Mio Padre amava la Letteratura.
Questo blog lo avevo aperto perchè in questi giorni, volevo sentirmi "in compagnia" di Pascoli, che aveva vissuto i lutti famigliari e ne aveva tratto delle stupende Poesie.

 Mio Padre aveva 61 anni. Era appassionato di Letteratura, di recente aveva imparato anche il Latino. E  il Cinese e il Giapponese. Ci sono ancora i dizionari sul suo comodino, insieme alle sue poesie preferite, che trascriveva e leggeva.
Sapeva parlare e scrivere il Tedesco, il Russo, l'Arabo, l'Ebraico, lo Spagnolo, il Portoghese. Amava leggere e studiare le lingue, fin da giovane.
Amava cucinare. Amava collezionare i francobolli.

I suoi scrittori preferiti erano Dante, d'Annunzio, Cardarelli, Tasso, Manzoni, e tanti altri, tutti i russi, o i francesi, i classici, insomma.

L'ultima frase che gli ho detto, quando ancora era sveglio, giorni fa,
è stata "Ti voglio bene, Papà."

Non l'ho mai chiamato così. Lo chiamavo "Gabry", come mia madre.
Sono scoppiata a piangere dopo aver detto quella frase.

Lui mi ha risposto "Lo so"
il giorno dopo ha detto a mia madre di dirmi di non piangere per lui.