Il bacio del morto




In una lettera non datata ad Orvieto, Pascoli scriveva a chiarimento di questa poesia: "Quando la notte si ha la febbre e la mattina ci troviamo un fignolo [infiammazione] sui labbri, noi diciamo che fu il bacio di un morto. Di chi?". In questa lirica è una presenza femminile che, in sogno, piange accanto al poeta, lo bacia e scompare, lasciando nelle cose il senso di un mistero incombente.

I

è tacito, è grigio il mattino;
la terra ha un odore di funghi;
di gocciole è pieno il giardino.

Immobili tra la leggiera
caligine gli alberi: lunghi
lamenti di vaporiera. (1)

I solchi (2) ho nel cuore, i sussulti,
d'un pianto sognato: parole,
sospiri avanzati (3) ai singulti:

un solco (4) sul labbro, che duole.


II

Chi sei, che venisti, coi lievi
tuoi passi, da me nella notte?
Non so; non ricordo: piangevi.

Piangevi: io sentii per il viso
mio piangere fredde, dirotte,
le stille dall'occhi tuo fiso

su me: io sentii che accostavi
le labbra al mio labbro a baciarmi;
e invano volli io levar gravi.

le palpebre: gravi: due marmi.


III

Chi sei? donde vieni? presente
tuttora? (5) mi vedi? mi sai? (6)
e lacrimi tacitamente?

Chi sei? Trema ancora la porta. (7)
Certo eri di quelli che amai,
ma forse non so che sei morta...

Né so come un'ombra d'arcano,
tra l'umida nebbia leggiera,
io senta in quel lungo lontano

saluto di vaporiera.


1) Locomotiva.
2) La traccia di un sogno doloroso.
3) Seguiti al molto piangere.
4) Un'infiammazione.
5) Mi sei ancora vicina?
6) Mi conosci?
7) Perchè il fantasma è appena uscito.