Placido






Placido David era un cuginetto del Pascoli che morì di meningite a Sogliano, nel 1894, a 14 anni. Giovanni e Maria erano subito accorsi, ma al loro arrivo, il ragazzo era già morto. La tristezza di quel momento è rievocata dal Poeta attraverso particolari come la quiete del paese in contrasto con l'angoscia dell'animo, il silenzio del cimitero approfondito dal cupo ronzio di un insetto, le croci solitarie, la terra smossa della tomba, e il pensiero della morte è reso più straziante dai gridi festosi dei bimbi che vangono da lontano.


I

Io dissi a quel vecchio,(1) "Dove?" Io
cercava un fanciullo mio buono,
smarrito: il mio Placido: mio!

Cercavo quelli occhi (...un cipresso?) (2)
co' quali chiedeva perdono
di vivere, d'esserci anch'esso.

Cercavo. Ero giunto. Era quello
per certo il paese azzurrino
suo: monti, una selva, un castello,

poi monti: più su, San Marino.


II

Nel chiuso (... una croce?) noi soli
tre s'era: non c'era altro fiore
che l'oro di due girasoli.

Nel chiuso (3) non c'era altra voce,
rammento, che il cupo stridore
d'un fuco (4) ronzante a una croce;

e qualche fruscìo di virgulto
al passo del vecchio, che aveva
le chiavi; e d'un tratto, un singulto

di lei: di Maria, che piangeva.



III

E in fine, guardandosi attorno,
"Qui" (5) disse quell'uomo. A Sogliano
la torre sonò mezzogiorno.

Stridevano gli usci, i camini
fumavano tutti: lontano
s'udiva un vocìo di bambini.

E lui? "Qui" mi disse: "Non vede?"
Io vidi: tra il grigio becchino
e noi, vidi un nero, al mio piede,

di terra ah! scavata il mattino!



1) è il vetturino della diligenza. Il Poeta gli domanda se Placido è ancora a casa sua, oppure se è già al cimitero.
2) Il cipresso è simbolo della morte.
3) Nel recinto del cimitero.
4) Il maschio dell'ape.
5) è sepolto qui.