Il dittamo






In una nota manoscritta il Pascoli indica la fonte di questa lirica in un passo di Cicerone e in alcuni versi di Virgilio, nei quali è descritta la pianta del dittamo e se ne mostrano le virtù medicinali.

Dittamo (1) nato dall'umile finestra,
donde per Corpus Domini sorrisi
alla soave tra fior di ginestra
e fiordalisi

processione; io so di te, che immensa
virtù possiedi ne' chiomanti capi, (2)
cespo lanoso ed olezzante, mensa
ricca dell'api.

Te, con la freccia tremolante al dosso, (3)
cerca nei monti il daino selvaggio,
farmaco certo - di lui segue un rosso
rigo (4) il viaggio-

Dittamo blando per la mia ferita
l'avete, (5) o balze degli aerei monti,
dove nell'alto piange la romita
culla dei fonti? (6)

Bianche ai dirupi pendono le capre; (7)
l'aquila passa nera e solitaria;
sibila (8) l'erba inaridita; s'apre,
sotto il pie', l'aria. (9)


1) Piccola pianta dai fiori bianchi o rossi; qui è in un vaso, al davanzale di una finestra.
2) Si diceva che l'infuso di dittamo potesse guarire anche le ferite più gravi. I "Chiomanti capi" è il virgiliano "Caulem comantem" (Eneide XII, 413) per alludere al grappolo di fiori in cima allo stelo, come una folta chioma.
3) La freccia di un cacciatore.
4) Di sangue.  
5) Rimedio per le ferite del mio cuore.
6) La sorgente solitaria da cui l'acqua esce gorgogliando ("piange").
7) Anche questa immagine è virgiliana.
8) Scricchiola.
9) Il vuoto di uno strapiombo.