Rosa di macchia
La lirica contrappone la vistosa rosa centofoglie alla più umile rosa canina: la prima è colta da tutti che se ne vogliono adornare, e quindi lascerà triste e spoglio il rosaio; la seconda, quasi ignorata, potrà maturare e trasformarsi nei frutti che in inverno allieteranno la pianta di lucide bacche. Alla fine risuona un altro motivo: la fanciulla che all'alba scende lieta il sentiero e che alla sera lo risale muta, diventa l'immagine dei sogni giovanili che la vita finirà per spegnere.
Rosa di macchia, che dall'irta (1) rama
ridi non vista a quella montanina, (2)
che stornellando (3) passa e che ti chiama
rosa canina;
se sottil mano i fiori tuoi non coglie,
non ti dolore della tua fortuna:
le invidiate rose centofoglie
colgano (4) a una
a una: al freddo sibilar del vento
che l'arse foglie a una a una stacca,
irto il rosaio dondolerà lento
senza una bacca;
ma tu di bacche brillerai nel lutto (5)
del grigio inverno; al rifiorir dell'anno
i fiori nuovi a qualche vizzo frutto (6)
sorrideranno:
e te, col tempo, stupirà cresciuta (7)
quella che all'alba svolta già leggiera
col suo stornello, e risalirà muta,
forse, una sera.
1) Spinosa.
2) Ragazza di montagna.
3) Cantando stornelli.
4) Mani indeterminate colgono le rose centofoglie.
5) Nella cupa atmosfera.
6) Rimasto dall'anno precedente.
7) La "montanina" si stupirà trovandoti cresciuta.