Il Bove




La lirica parte dal presupposto che gli occhi dell'animale vedano tutto più grande di quanto non sia in realtà, per cui il bue sembra guardare le cose con sbigottimento, quasi avesse coscienza di una loro gigantesca sproporzione.

Al rio sottile, di tra vaghe brume,
guarda il bove, coi grandi occhi: nel piano
che fugge, a un mare sempre più lontano
migrano l'acque d'un ceruleo fiume; (1)

ingigantisce gli occhi suoi, nel lume
pulverulento (2), il salice e l'ontano;
svaria su l'erbe (3) un gregge a mano a mano,(4)
e par la mandra dell'antico nume: (5)

ampie ali aprono immagini grifagne (6)
nell'aria; vanno tacite chimere, (7)
simili a nubi, per il ciel profondo;

il sole immenso, dietro le montagne
cala, altissime: crescono già, nere,
l'ombre più grandi d'un più grande mondo.(8)


1) è un ruscello che attraversa il prato, ma agli occhi del bue diventa un fiume diretto a un mare lontanissimo.
2) La luce è piena di pulviscolo.
3) Crea macchie di diverso colore sul verde del prato.
4) Che si disperde nel pascolo.
5) Pan.
6) Uccelli rapaci e minacciosi, agli occhi del bue.
7) Mostri mitologici (anche le nuvole diventano immagini paurose).
8) è una reminiscenza virgiliana.