Romagna




Sempre un villaggio, (1) sempre una campagna
mi ride al cuore (o piange), Severino:
il paese ove, andando, ci accompagna
l'azzurra vision di San Marino:

sempre mi torna al cuore il mio paese
cui (2) regnarono Guidi e Malatesta, (3)
cui tenne (4) pure il Passator cortese, (5)
re della strada, re della foresta.

Là nelle stoppie dove singhiozzando (6)
va la tacchina con l'altrui covata (7),
presso gli stagni lustreggianti (8), quando
lenta vi guazza l'anatra iridata,

oh! fossi io teco; e perderci nel verde,
e di tra gli olmi, nido alle ghiandaie,
gettarci l'urlo che lungi si perde
dentro il meridiano ozio (9) dell'aie;

mentre il villano (10) pone dalle spalle
gobbe (11) la ronca (12) e afferra la scodella, (13)
e'l bue rumina nelle opache (14) stalle
la sua laboriosa lupinella.(15)

da' borghi sparsi le campane in tanto
si rincorron coi lor gridi argentini:
chiamano al rezzo (16), alla quiete, al santo
desco fiorito d'occhi di bambini. (17)

Già m'accoglieva in quelle ore bruciate
sotto l'ombrello di trine (18) una mimosa,
che fioria la mia casa ai dì d'estate
co' suoi pennacchi di color di rosa;

e s'abbracciava per lo sgretolato
muro un folto rosaio a un gelsomino;
guardava il tutto un pioppo alto e slanciato,
chiassoso a giorni come un biricchino.

Era il mio nido: dove, immobilmente,
io galoppava con Guidon Selvaggio
e con Astolfo; (19) o mi vedea presente
l'imperator nell'eremitaggio. (20)

E mentre aereo mi poneva in via
con l'ippogrifo (21) pel sognato alone, (22)
o risonava nella stanza mia
muta il dettare di Napoleone;

udia tra i fieni allor allor falciati
de' grilli il verso che perpetuo trema, (23)
udiva dalle rane dei fossati
un lungo interminabile poema. (24)

E lunghi, e interminati, erano quelli (25)
ch'io meditai, mirabili a sognare:
stormir di frondi, cinguettìo d'uccelli,
risa di donne, strepito di mare.

Ma da quel nido, rondini tardive, (26)
tutti tutti migrammo un giorno nero; (27)
io, la mia patria or è dove si vive (28):
gli altri son poco lungi; in cimitero. (29)

Così più non verrò per la calura
tra què tuoi polverosi biancospini,
ch'io non ritrovi nella mia verzura
del cuculo ozioso i piccolini, (30)

Romagna solatia, dolce paese,
cui regnarono Guidi e Malatesta;
cui tenne pure il Passator Cortese,
re della strada, re della foresta.


1) San Mauro di Romagna, dove il Poeta era nato.
2) Su cui.
3) I conti Guidi furono potenti feudatari della Toscana, con possedimenti anche in Romagna; i Malatesta furono signori di Rimini e Cesena.
4) Che dominò.
5) Stefano Pelloni, il famoso bandito romagnolo, detto "Il Passatore" dal mestiere di traghettatore del padre, chiamato "Cortese", perchè fece qualche azione in favore dei diseredati.
6) Il verso del tacchino sembra un singhiozzo.
7) La tacchina fa spesso da chioccia ai pulcini delle galline.
8) Che luccicavano sotto il sole.
9) A mezzogiorno i contadini si riposano.
10) Il contadino.
11) Incurvate dal lavoro.
12) Roncola.
13) è il momento del pranzo.
14) Ombrose.
15) "Laboriosa" perchè la lupinella è un foraggio che per essere
digerito richiede una faticosa masticazione.
16) Frescura ombrosa.
17) La mensa è circondata dai bambini che la rallegrano coi loro occhi vivaci.
18) L'intreccio delle foglie della mimosa, simili a un pizzo.
19) Seguiva con la fantasia le avventure di Guidone Selvaggio e di Astolfo, paladini di Carlo Magno e personaggi di poemi cavallereschi.
20) Immagina di trovarsi nella villa chiamata l'Hermitage, a Sant'Elena, mentre Napoleone detta le sue memorie.
21) L'ippogrifo è il cavallo alato con il quale Astolfo giunse sulla Luna ("Orlando Furioso").
22) "Il sognato alone" è il cerchio sfumato di luce che circonda la Luna.
23) Risuona tremulo.
24) Il gracidare delle rane, come un canto senza fine.
25) Riferito alle Poesie che Pascoli meditava di comporre.
26) Nel novembre del 1871, la famiglia Pascoli lasciò San Mauro per trasferirsi a Rimini, come le rondini che sorprese dall'inverno devono lasciare in fretta il loro nido.
27) L'angoscia di lasciare il tetto paterno.
28) Ora il Poeta deve stare dove può per procacciarsi da vivere.
29) I genitori e i fratelli morti. "Lungi" perchè sepolti nel vicino cimitero, ma anche perchè dalla vita alla morte il passo è breve.
30) Il cuculo depone le uova nel nido degli altri uccelli; così, nella casa paterna del Poeta ora vivono altre persone.