Il cacciatore
Come il cacciatore scopre d'un tratto la preda, così il poeta coglie all'improvviso uno spunto d'ispirazione e si abbandona con tutto se stesso; ma quando vuol tradurlo in parole, il verso è come la freccia che abbattendo l'uccellino ne ha spento l'ebbrezza di volo: la visione poetica diventa opaca e insignificante, perchè la materialità della frase uccide l'immediatezza dell'impressione. Così la gioia del poeta che aveva inseguito immagini appaganti, si muta nel tormento di non poterle esprimere come vorrebbe.
Frulla un tratto l'idea nell'aria immota;
canta nel cielo. Il cacciator la vede,
l'ode; la segue: il cuor dentro gli nuota. (1)
Se poi col dardo, come fil di sole
lucido e retto, bàttesela (2) al piede,
oh il poeta! gioiva; ora si duole.
Deh! gola d'oro (3) e occhi di berilli (4)
piccoletta del cielo alto sirena, (5)
ecco, tu più non voli, più non brilli,
più non canti: e non basti alla mia cena. (6)
1) Gli balza.
2) Se l'abbatte.
3) è l'uccellino dal canto armonioso e, simbolicamente, l'ispirazione poetica.
4) Una pietra preziosa.
5) Per il canto che attira e inebria.
6) Alle mie esigenze di espressione.