L'anello






L'anello apparteneva al padre, fu conservato dalla madre, e dopo la sua morte passò al figlio Giacomo, che lo perse in mare.
Una macchia di ruggine presso il castone, diventa una macchia di sangue.

Nella mano sua benedicente
l'anello brillava lontano.
Egli alzò quella mano, morente:
di caldo s'empì quella mano...

o mio padre, di sangue! L'anello
lo tenne sul cuore mia madre...
o mia madre! Poi l'ebbe il fratello
mio grande... (1) o mio piccolo padre!(2)

Nel suo gracile dito il tesoro (3)
raggiò di benedizione.
Una macchia avea preso quell'oro
di ruggine, presso il castone...

o mio padre, di sangue! Una sera,
la macchia volevi lavare,
o fratello? che pianto fu! t'era
caduto l'anello nel mare.

E nel mare è rimasto; nel fondo
del mare che grave sospira; (4)
una stella dal cielo profondo
nel mare profondo lo mira.

Quella macchia! S'adopra a lavarla
il mare infinito; ma in vano.
E la stella che vede, ne parla
al cielo infinito; ah! in vano.(5)


1) Giacomo.
2) Perchè dopo la morte del padre, Giacomo, a soli 19 anni, prese le redini della famiglia e fece da padre ai fratelli.
3) L'anello d'oro.
4) è il mormorio delle onde, e assieme la consapevolezza del male che domina il mondo.
5) Il motivo deriva da Shakespeare, il Macbeth (atto II, scena II).